L’irrinunciabile by Diotima

L’irrinunciabile by Diotima

autore:Diotima [Diotima]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-05-19T00:00:00+00:00


Il piacere di concepire corpi e concetti senza coito né fallo

Del libro Il piacere femminile è clitorideo, ha detto Antonietta Potente quando è stato presentato in Italia e in Spagna alcuni mesi fa, che è una nuova visione, una nuova Annunciazione9. Io non conoscevo allora l’espressione “anima corporea”, ma quello che il libro annuncia è che il piacere femminile è clitorideo e, soprattutto, che per una donna il piacere è piacere del corpo e dell’anima insieme, inseparabili. Cioè non esiste, per una donna clitoridea, un sapere sull’anima. Non esiste per me donna un’idea dell’amore che è già mistica. Esiste il piacere che è già mistica. Il libro sostiene che il piacere clitorideo è piacere di concepire corpi senza coito e concetti senza fallo. Allo stesso tempo e inseparabilmente, ripeto. Piacere come sentire naturale, non come fatto sociale né come necessità sociale. La fine del patriarcato ha reso evidente questo sentire naturale, sentire umano in comunione con la natura, natura che, a mio avviso, esiste in quanto esperienza femminile.

Il piacere non si trova fra i bisogni eterni dell’anima di cui parlò magistralmente Simone Weil. Non si trova perché non è un bisogno dell’anima ma dell’anima corporea. La distinzione è fondamentale: il corpo deve intervenire. Simone Weil scrive sfiorata dal dualismo della violenza ermeneutica universitaria. Oggi non più. Perché. Perché il contratto sessuale, fondamento del patriarcato, separava in primo luogo noi donne dal nostro piacere, dal piacere clitorideo, prima di separarci dalla maternità e come condizione di essa. Senza piacere, una donna è triste, si sente debole perché inadeguata alla felicità e al bene. Per una donna, la conoscenza universitaria è raramente orgasmica o gioiosa.

Concepire corpi senza coito e concetti senza fallo è un’espressione che mi è venuta in mente scrivendo la biografia di Suor Juana Inés de la Cruz nel 2019. Lei non concepì corpi né con coito né senza, perché, secondo ciò che scrisse nella sua Risposta a Suor Filotea de la Cruz, non si sentiva predisposta al matrimonio. Tutto il suo impegno lo mise nel concepire concetti senza fallo, nello scrivere su questo e nel fare instancabilmente politica nella Querela delle Donne con tutti i mezzi possibili: la sua stessa vita, i suoi amori, la poesia, il teatro, la musica, la pittura, la teologia, la mistica, l’astronomia, il saggio, il dibattito, la risata…

Cosa vuol dire concepire corpi senza coito? Vuol dire rimanere vergine non praticandolo, il coito, o praticandolo quando una donna vuole essere madre o vuole che sua figlia o suo figlio abbiano un padre, o quando sinceramente le piace perché le piace essere penetrata o perché gode accogliendo il piacere dell’uomo senza confonderlo con il suo orgasmo proprio, l’orgasmo clitorideo. Essere padre è essere mediatore tra passato e futuro, cosa molto importante se è ben fatta ma, in ogni caso, viene al secondo posto, sempre dopo la madre.Tutto il resto, a mio avviso, son discorsi vani, una montatura perversa nata dalla vaginalità patriarcale imposta alle donne e agli uomini con il fine di ottenere un certo tipo



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